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La stampa 3D e gli alimenti… cosa devi sapere

tazza caffé stampa 3d

Avere una stampante 3D è utile, sopratutto quando si rompe qualcosa in casa e possiamo stamparne uno nuovo immediatamente. A questo punto potrebbe sorgere un dubbio… posso accoppiare la stampa 3D agli alimenti? Ad esempio per stampare posate o bicchieri particolari.

Facciamo notare che è sempre consigliabile acquistare posate e bicchieri al supermercato piuttosto che stamparli in casa. Ma per i più innovativi… vediamo cosa devi sapere per accoppiare la stampa 3d agli alimenti o alla tua cucina in generale.

Igiene

filamento 3d al microscopio
Filamento 3D al microscopio, sono ben visibili i micro-pori

Un oggetto stampato in 3D può essere utilissimo e rivoluzionare completamente la cucina di casa (e non). Ma dal punto di vista igienico come siamo messi? Se avete scelto un materiale certificato l’unico vostro problema adesso è quello dell’igiene dell’oggetto. Una stampa 3D FDM contiene dei micro-pori nei quali possono insediarsi i batteri.

Un ciclo di lavastoviglie può aiutare, ma certe volte non riesce a risolvere del tutto il problema. L’unica soluzione a questo problema purtroppo è stampare cose usa e getta.

La stampante

Per quanto riguarda la stampante 3D, per stampare a scopi alimentari ne serve una specifica o va bene qualsiasi modello anche casalingo? Possiamo confermare che va bene qualsiasi tipo di stampante 3D per stampare un filamento che andrà a contatto con un alimento.

Invece per stampare direttamente un filamento commestibile è necessaria una stampante dedicata a quel tipo di filamento. Questo per evitare contaminazioni tra un filamento non commestibile e quello commestibile.

Il materiale alimentare

Per quanto riguarda il materiale, ne dobbiamo comprare uno certificato per uso alimentare. Certe aziende certificano le bobine, ma hanno un prezzo decisamente elevato e per uso domestico possiamo tranquillamente utilizzare un filamento non certificato.

L’unica accortezza che dobbiamo avere è nel tipo di filamento acquistato, evitare l’ABS e il PLA se non specificato che sono adatti all’uso alimentare. I materiali consigliati sono il PET e PETG tra quelli semplici da stampare.

Ricorda che un filamento conservato male può perdere la certificazione alimentare. Conservalo correttamente e non avrai problemi. Se non sai come conservarlo leggi il nostro articolo su come conservare il filamento 3d. Anche la temperatura di estrusione potrebbe influire sulla capacità di stare a contatto con gli alimenti. Usa sempre la temperatura consigliata dal produttore, oppure scopri come scegliere la giusta temperatura di estrusione.

Lavaggio

Come abbiamo detto a inizio dell’articolo, è consigliabile gettare gli oggetti dopo uno o due utilizzi. Ma se l’oggetto fosse particolare potremmo volerlo conservare. Quindi come eliminare quei batteri che si sono insediati nei micro-pori?

Cominciamo utilizzando un normalissimo sapone per piatti, quindi facciamo un lavaggio in lavastoviglie… ma attenzione alla temperatura dell’acqua! Materiali come il PLA cominciano a deformarsi a 60°C. Il PET a 79°C, il PETG a 88°C e l’ABS a 97°C.

La stampante per il cibo

Sapevi che esiste una stampante 3D pensata per stampare direttamente il cibo? Si chiama Foodini. Costa 3600€ (al momento che scriviamo questo articolo) e può essere acquistata dal loro sito ufficiale. Se vuoi qualcosa di più economico non disperarti… sicuramente questa nuova applicazione si diffonderà e in futuro nasceranno delle stampanti 3D per alimenti molto più economiche!

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2 commenti su “La stampa 3D e gli alimenti… cosa devi sapere”

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